No del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione all’ampliamento della sperimentazione dei percorsi quadriennali

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È stata una bocciatura quella espressa dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) sullo schema di decreto del Ministro dell’istruzione concernente il “Piano nazionale di innovazione ordinamentale per l’ampliamento e l’adeguamento della sperimentazione di percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado agli Obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza #NextGenerationItalia”.

Il parere negativo è articolato e nella premessa rammenta che ha già formulato due pareri sulla sperimentazione di percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado (nelle sedute del 10 maggio 2017 e del 25 gennaio 2018) e, nel confermare quanto già esplicitato, esprime le sue osservazioni.

Ad avviso del CSPI, “Il PNRR contempla l’ampliamento della sperimentazione dei licei e istituti tecnici quadriennali all’interno della “Riforma 1.4 – Riforma del sistema di orientamento”, con riferimento alla quale è prevista esplicitamente la presentazione di una legge entro dicembre 2021 e l’entrata in vigore dell’intera riforma dell’istruzione (comprendente anche la Riforma del sistema di orientamento) entro dicembre 2022.
Pertanto, ritiene indispensabile un “collegamento organico tra la previsione dell’ampliamento dei quadriennali e il complessivo intervento normativo sulla Riforma del sistema di orientamento.”

Ed ancora, considerata l’importanza del percorso proposto e la necessità di acquisire elementi per interventi organici sul sistema scolastico, così come previsto dallo stesso PNRR, “è necessario che l’ampliamento della sperimentazione sia basato su elementi di riscontro certi e chiari per poter fornire dati utili alle conseguenti decisioni politiche e alle ricadute ordinamentali, mentre nello schema di Decreto non si esplicita in modo coerente tale connessione e la proposta appare come una implicita prefigurazione della futura Riforma non suffragata dalla valutazione degli esiti della sperimentazione in atto”.

Il CSPI rivolge anche  l’attenzione a quelle che potrebbero essere le ricadute amministrative sugli Uffici scolastici regionali e osserva che “l’attuazione di quanto previsto dallo schema di Decreto in esame, che intende ampliare la sperimentazione già in atto, avverrà in tempi non congrui rispetto alla gestione ordinaria delle attività di orientamento finalizzate alle iscrizioni per l’anno scolastico 2022/23 e comporterà per gli Uffici Scolastici Regionali la necessità di valutare le proposte progettuali in tempi ristretti con il rischio di non garantire la qualità della selezione”.

Il Consiglio, inoltre, rammenta che il rinnovo e l’eventuale ampliamento della sperimentazione sarebbero dovuto avvenire, previa valutazione positiva da parte del Comitato Scientifico Nazionale (CSN) al termine del ciclo sperimentale quadriennale. Oltre a tale fase di valutazione, risultano mancanti i risultati del Piano di innovazione ordinamentale in esito al primo anno dei percorsi e la relazione elaborata dall’Invalsi a seguito dell’esame degli esiti relativi al terzo anno.

Con riferimento, poi, all’estensione della sperimentazione dei percorsi quadriennali agli istituti professionali contenuta nello Schema di Decreto, il parere evidenzia che la stessa, non prevista nella sperimentazione in atto in quanto le classi prime degli istituti professionali riformati ai sensi del D.Lgs. 61/2017 sarebbero state attivate a partire dall’a.s. 2018/19, “non è contemplata neanche nel testo del PNRR che fa riferimento solo ai licei e agli istituti tecnici. Tale estensione in ogni caso risulterebbe poco coerente per questo segmento del sistema d’istruzione proprio in funzione della recente riforma dei Professionali che ha ancora bisogno di misure di implementazione e di accompagnamento per la completa attuazione del nuovo modello”.

Il CSPI, prima di esprimere parere negativo sullo schema di decreto, precisa di ritenere necessario che, anziché procedere ora a ulteriori ampliamenti del numero delle classi coinvolte, “la sperimentazione in atto sia portata a termine e sia valutata secondo le modalità indicate nella norma stessa, in modo tale da considerare le eventuali e conseguenti modifiche ordinamentali, anche in riferimento alla complessiva Riforma prevista dal PNRR”.

 

 

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